A volte è un attimo, basta scegliere di percorrere una strada diversa per imbattersi in luoghi meravigliosi e poco, troppo poco conosciuti, come Corenno Plinio, il Borgo dei Mille Gradini.
Un piccolo e suggestivo borgo medievale incastonato tra il lago e una rupe sulla sponda orientale del Lago di Como, a pochi minuti da Dervio.
Una storia molto antica quella di questo borgo, segnata in particolar modo dagli Andreani, una famiglia feudataria dei Visconti che qui fece costruire un castello recinto a scopo difensivo.
Appollaiati sulla rupe svettano proprio il Castello, insieme alla Chiesa di San Tommaso di Canterbury e alle Arche degli Andreani.
Ma non pensare che siano tutto ciò che questo borgo abbia da offrire.
Se avrai la curiosità di perderti tra le sue strette viuzze, su e giù per i suoi mille gradini intagliati nella roccia, il borgo ti regalerà i suoi scorci più pittoreschi e i suoi angoli più caratteristici.
E noi ci siamo lasciati andare alla curiosità…
CORENNO PLINIO: UN VIAGGIO NEL TEMPO
Corenno Plinio è sempre stato un borgo fortificato per via della sua posizione strategica, sulla via che collega Milano alla Valtellina e alla Valchiavenna, oggi rinominata Sentiero del Viandante.
Parcheggiata l’auto in Piazza Garibaldi, è iniziato il nostro viaggio indietro nel tempo alla scoperta dei tesori di questo borgo.
IL CASTELLO
Siamo partiti da qui, dal Castello recinto degli Andreani, che ci ha dato il suo benvenuto fiero e imponente.
Completato nel XIV secolo, il Castello è costruito su un poggio che domina l’abitato.

Era formato da una cinta muraria che proteggeva come in un abbraccio uno spazio che serviva come rifugio per gli abitanti in caso di incursione nemica.
Due massicce torri merlate vigilavano e sembrano ancora oggi voler vigilare sul borgo: una stretta all’ingresso verso sud e una più possente e quadrangolare in cima al poggio che dominava la parte verso nord e che si ritiene sia stata costruita ancora prima del muro.
E perché non coinvolgere i più piccoli con un bel gioco ‘trova le differenze’ per conoscere e osservare meglio questa torre?
Se la si guarda bene, oltre a essere di colore diverso e avere una diversa disposizione delle pietre – più squadrate e, dunque, più resistenti – non è legata al muro!
LA CHIESA DI SAN TOMMASO DI CANTERBURY
Addossata alla cinta muraria del Castello, invece, è la Chiesa di San Tommaso di Canterbury.
I numerosi interventi di ristrutturazione e di ampliamento che ha subito nei secoli successivi la fanno sembrare più recente.
La sua storia, però, inizia alla fine del XII secolo, pochi anni dopo la morte di Thomas Becket, arcivescovo cattolico inglese assassinato nella Cattedrale di Canterbury nel 1170 a cui è dedicata.
Al suo interno abbiamo potuto ammirare numerosi affreschi.
È stato strano, però, pensare che quelle stesse opere siano rimaste nascoste per secoli a partire dal XIV secolo e siano emerse solo grazie a restauri recenti!
LE ARCHE DEGLI ANDREANI
Sul sagrato della Chiesa di San Tommaso di Canterbury, dove fin dagli inizi dell’800 si trovava il cimitero, oggi spiccano le Arche dei Conti Andreani, feudatari del borgo dal 1271.



I monumenti funerari dell’importante famiglia feudataria, due dei quali addossati alla facciata della Chiesa, fanno la loro comparsa nel XIV sec.
Uno solo, il più recente (1371), è addossato alle mura del Castello: in origine si trovava all’interno della Chiesa e, solo in seguito, fu portato all’esterno per lasciare spazio all’organo.
Queste Arche, realizzate nell’arco di 70 anni da Maestri provenienti da Campione d’Italia, sono una vera particolarità del borgo.
Non solo testimoniano l’importanza della casata degli Andreani nel territorio, ma rappresentano gli unici esempi di sepolcri monumentali sulle sponde del Lago di Como.
CORENNO PLINIO: IL BORGO
Come già detto, Corenno Plinio è chiamato anche il Borgo dei Mille Gradini.
Le scalinate che mettono in comunicazione la Piazza principale con le abitazioni e il molo furono scavate nella roccia su cui poggia tutto il borgo.
Perfino agli incroci delle vie esistevano delle possenti porte che venivano chiuse in caso di incursione nemica!
Guardando qua e là per il borgo si può scorgere ancora qualche cardine.
E proprio lungo quelle scalinate ci siamo divertiti tantissimo a scoprire i veri tesori nascosti di Corenno Plinio.



GIÙ FINO AL MOLO
Lasciataci alle spalle la Chiesa e le Arche, abbiamo iniziamo a scendere i gradini, costeggiando il castello.
La vera avventura, la parte che più piace ad Alessandro, aveva inizio!
Gira a sinistra, poi gira a destra ci siamo ritrovati al Belvedere.
Un piccolo spiazzo, anch’esso ricavato dalla roccia, dove si trovano tanti piccoli monocoli puntati su alcune delle meraviglie del Lago di Como site sulle sponde opposte.



Proseguendo, abbiamo incontrato un piccolo angolo fiorito abitato da coniglietti fatti di sassolini e piccoli gnomi.



Un piccolo angolo magico che ha fatto letteralmente impazzire Alessandro!
La discesa continua, superando portoni antichi, case fatte di sassi, balconcini e finestre fioriti e grandi archi.
Tra le strette viuzze si intravedevano scorci di lago, finché non siamo sbucati al Molo e il Lago ci si è mostrato in tutta la sua vastità e bellezza.
Fin dal Medioevo, il Molo è sempre stato un punto nevralgico del borgo che viveva di pesca e prodotti agricoli.
I suoi possenti muraglioni avvolgevano le barche da pesca e per il trasporto di merci e persone per proteggerle dai venti.
Oggi vi sostano imbarcazioni da diporto, ma conserva intatto il suo immenso fascino.



Fai attenzione però.
Osserva bene.
Perché sui muri o nei punti più nascosti delle case intorno al molo puoi scorgere mosaici o madonnine votive fatte con le conchiglie!
Piccole grandi opere d’arte.
Piccoli grandi tesori da scoprire.
E, infatti, nel silenzio del borgo si sentiva solo Alessandro urlare “Mamma, papà venite a vedere cosa ho trovato!”…
Una breve sosta nella spiaggetta per godere del tiepido sole e poi via…
Abbiamo ripreso a costeggiare ville signorili e palazzi a strapiombo sul lago.



Abbiamo iniziato a risalire, guardandoci intorno… chissà quali altri piccoli tesori nascosti aveva in serbo per noi quella salita.
Affreschi e casette incantevoli i cui muri sembravano volerci raccontare ognuno la propria storia.
I gradini sono finiti.
Siamo ritornati in Piazza Garibaldi, felici e soddisfatti!
È bastato percorrere una strada diversa per scoprire una delle chicche nascoste del Lago di Como.


GLI GNOMI DI ONNO


L’ORRIDO DI BELLANO

