Agosto 2018
Entriamo in Arizona.
Lupton è la prima cittadina che incontriamo.
Il TeePee Trading Post è sopravvissuto qui, lungo la Route 66, per decenni grazie alla vendita di souvenir dei nativi americani all’interno di un teepee gigante!



Passiamo per il Painted Desert e la Petrified Forest dove la Natura ha lasciato segni indelebili della sua maestosità.
Il Painted Desert è un’area desertica che deve il suo nome alle molteplici sfumature che il deserto stesso assume al variare della luce grazie ai minerali da cui è composto: dal rosso all’arancione, dal giallo all’azzurro, un trionfo di colori unico!
Lungo la strada panoramica incontrerai i vari punti di osservazione ben segnalati e facilmente raggiungibili anche con bambini che ti offriranno scorci davvero suggestivi.
La carcassa di una Studebacker del 1932 anticipa l’attraversamento della Route 66 e l’ingresso nella Petrifed Forest.
I primi luoghi di interesse che incontriamo sono due siti archeologici: Puerco Pueblo, dove abbiamo ammirato i resti di centinaia di costruzioni dei nativi Pueblo, e Newspaper Rock, un sito che vanta in una piccola area oltre 650 incisioni rupestri su rocce.
Questa alta concentrazione di incisioni rupestri sta a indicare un luogo estremamente significativo.



Ritorniamo sulla strada principale e iniziamo a incontrare i paesaggi lunari di Blue Mesa, colline di argilla e legno pietrificato dove sono stati trovati numerosi fossili di piante e animali.



La nostra auto prosegue tra le sfumature di azzurro e grigio fino ad arrivare alla Foresta Pietrificata.



Si tratta di una foresta fossile: i tronchi degli alberi hanno subito un processo di silicizzazione, reso possibile da una serie di condizioni favorevoli, che ne ha mantenute intatte le caratteristiche e ha protetto i tronchi con uno strato roccioso dai colori brillanti.
Il risultato è stupefacente!
Da non perdere Agate Bridge, un enorme tronco d’albero pietrificato diventato un ponte naturale, e il Giant Logs Loop, un sentiero che parte dietro il Raimbow Forest Museum, museo di fossili preistorici dove Alessandro si è divertito a fare il paleontologo, e arriva fino all’Old Faithful, il tronco pietrificato più grande del Parco.






Arriviamo a Holbrook, cittadina famosa soprattutto per il Wigwam Motel, le cui camere sono la riproduzione delle teepee degli Indiani delle Grandi Pianure.
Frank Redford, l’architetto che lo costruì, decise di utilizzare la parola “Wigwam”, perché più gradevole di “Teepee”, anche se non proprio esatta.






Da vedere anche il Plainsman Restaurant.



Inconfodibile. Iconico. Il famoso cartello giallo con disegnato un coniglio nero e la scritta “HERE IT IS“. Siamo a Joseph City, al Jack Rabbit Trading Post, un negozio bizzarro che vende memorabilia del Jack Rabbit e della Route 66.
Il cartello “HERE IT IS” ha ancora le tavole originali che sono state messe lì nel 1949. È stato solo ridipinto più volte.
Well, I’m a standin’ on a corner in Winslow, Arizona.
“Take It Easy”, Eagles, 1972
Sicuramente l’attrazione principale di Winslow è lo Standing on the Corner Park con la statua di bronzo a grandezza naturale di Glenn Frey, un riferimento alla citazione della cittadina nella famosa canzone degli Eagles scritta proprio da Glenn Frey insieme a Jackson Browne.
Il Falling Meteor, invece, è un chiaro riferimento a un’attrazione naturale che ci ha lasciati senza fiato, il Meteor Crater.



Il Meteor Crater è il cratere meteoritico meglio conservato al mondo.
Oggi appare come una depressione circolare larga quasi 1700 metri, profonda 170 e con una circonferenza di 3800 metri! Numeri pazzeschi.



I 3 punti di osservazione lungo i bordi esterni ci hanno dato la possibilità di osservare il cratere in tutta la sua vastità.



Mentre il Discovery Center e il Big Screen Theater ci hanno offerto un’interessante e suggestiva esperienza di apprendimento. Anche Alessandro ne è rimasto rapito!
Incrociamo 2 Guns, una Ghost Town le cui rovine ci hanno raccontato la triste storia di un’altra cittadina che ha prosperato durante gli anni d’oro della Route 66 e che ha poi conosciuto un lento e inesorabile declino.
L’Historic Route 66 Bridge ci introduce a Flagstaff.



Flagstaff è una meravigliosa cittadina a circa 2100 metri di altitudine – anche se non si ha la sensazione di essere così in alto in realtà.
Noi abbiamo fatto una bella passeggiata per le vie del centro che ci ha permesso di scoprire una cittadina estremamente curata, piacevole e vivace dove si respira ancora l’atmosfera da far west.
Abbiamo scoperto che Flagstaff è alquanto bizzarra: si trova ai piedi delle San Francisco Peaks, la catena montuosa più alta dello stato dell’Arizona, ma è anche la base per chi vuole visitare il Grand Canyon, che arriva ad avere una profondità di 1857 metri.
E la tappa successiva è proprio Lui, una delle più attrattive bellezze che la natura abbia mai creato: il Grand Canyon.



Avendo un bimbo al seguito abbiamo cercato un modo per evitare code per l’ingresso. Bravi o fortunati, non lo sappiamo, ma la scelta di entrare dall’ingresso Est subito all’apertura ha pagato. Traffico inesistente.
Siamo entrati e abbiamo percorso tutta la Desert View da soli, noi 3 e il Grand Canyon.
Desert View, Lipan Point, Grandview e Duck On A Rock sono solo alcuni dei meravigliosi punti di osservazione che abbiamo toccato nel nostro tour.
Siamo riusciti ad ammirare il Grand Canyon da punti segnalati e non, in totale solitudine, godendoci ogni singolo attimo, ogni singolo scorcio, ogni singolo cambio di luce.
Abbiamo trovato un po’ più di persone al Grand Canyon Village, l’ingresso Sud, ma tutto sommato molto meno di quanto pensassimo.
Dopo aver consumato macchina fotografica e cellulari fotografando ogni angolo possibile di questa meraviglia, siamo ripartiti per Williams.
Williams è una cittadina davvero pittoresca dove tutto sembra essersi fermato ai tempi d’oro della Route 66. Insegne, locali, pompe di benzina: sembra di fare un salto indietro nel tempo.



E, se vuoi, qui puoi anche provare il brivido di volare sulla Route 66 con la Route 66 Zipline!!!



Noi abbiamo scelto di trascorrere un po’ di tempo al Williams Recreation Park, un parco giochi bellissimo e super curato dove Alessandro si è divertito tra giochi e una partita a basket con papà.



E dopo cena, dopo una piacevole passeggiata, abbiamo assistito allo spettacolo con i Cowboys per le strade della città, con Alessandro scelto per fare il “Guardiano del Forziere!
La degna conclusione di un’altra splendida giornata!



Ci lasciamo alle spalle la bellissima Williams e raggiungiamo Ash Fork.
Ma adesso non vediamo l’ora di arrivare a Seligman.
Seligman è una tra le cittadine più affascinanti che abbiamo incontrato lungo la Route 66.
Sulla Main Street si incontrano negozietti, motel e locali storici: Aztec Route 66 Motel, Delgadillos Snow Cap, Angel & Vilma’s Route 66 Gift Shop, The Rusty Bolt sono solo alcuni.



E poi c’è Route 66 Historic Seligman Sundries al cui esterno sembra essersi radunato il Cast del film Cars.



Già, perché Seligman, tra le tante cittadine che hanno ispirato autori e disegnatori di Cars, è quella che più somiglia a Radiator Springs.



Dopo una simpatica sosta “dietro le sbarre”, ci rimettiamo in marcia.



Non abbiamo visitato le Grand Canyon Caverns, ma non potevamo perderci una sosta alla Grand Canyon Caverns Inn, dove un dinosauro gigante e un camion dei pompieri hanno attirato l’attenzione di Alessandro.



E dove poco più avanti abbiamo incontrato la Radiator Springs Gas!
Passiamo per Truxton.
E per Hackberry dove l’Hackberry General Store, negozio icona sulla Route 66, ci ha fatto fare un viaggio indietro nel tempo e dove ogni angolo merita una fotografia!
Raggiungiamo Kingman.



Dopo aver visto alcuni locali e motel storici lungo la Route 66, dove abbiamo incontrato anche Herbie il Maggiolino Matto, ci siamo concessi un pranzo al Mr. D’z Route 66 Diner, locale che sembra rimasto sospeso nel tempo.



Sembra di essere in uno di quei diner visti alla tv in qualche sit-com americana di qualche decennio fa… quando eravamo più giovani!



Per smaltire il pranzo “leggero”… abbiamo fatto una bella passeggiata alla scoperta del Kingman Powerhouse Visitor Center e del Mohave Museum.
Passiamo per Golden Valley, dove, dopo 40 anni di inattività, la meravigliosa Cool Springs Station si mostra in tutta la sua bellezza e offre souvenirs e cimeli unici.



Dopo Golden Valley attraversiamo quello che è, a nostro avviso, il passaggio più spettacolare della Route 66, il tratto che tra curve e tornanti ci porta fino a Oatman.
Da Chicago abbiamo sempre cercato di seguire il più fedelmente possibile il percorso della Route 66.
Bene, la Route 66 nell’ultimo tratto primo di arrivare a Oatman si fà stretta, tortuosa e senza protezioni. Guardando negli strapiombi abbiamo notato carcasse di auto… che probabilmente non hanno affrontato al meglio le curve strettissime.



Un tratto della Mother Road abbastanza inquietante, ma anche terribilmente affascinante!



Detto questo, Oatman è una piccola gemma incastonata tra le Black Mountains, terra di minatori, di cercatori d’oro e di “burros”!
È una cittadina che lotta strenuamente per non essere dimenticata e diventare una città fantasma.
E in mezzo alla calura, ai vecchi negozi e alle strade polverose, ci sono loro, proprio i “burros“, a portare una ventata di freschezza e di allegria.






Liberi di girare per la città senza alcun divieto, questi simpatici asinelli cercano di ingraziarsi tutti i turisti per ottenere il cibo che a loro piace tanto, disponibile in tutti i negozi della cittadina.
E ovviamente, per l’immensa gioia di Alessandro, hanno seguito anche noi, avanti e indietro per tutta la cittadina…fin quasi dentro alla nostra auto! Alessandro non smetteva di ridere!!!
La piccola località di Topock è l’ultima che incontriamo prima di entrare in California.



L’Arizona ci ha regalato tantissimi luoghi ed emozioni diversi, che rimarranno vivi nei nostri ricordi e nel nostro cuore, ma ora dobbiamo andare… la California, l’ultimo stato attraversato dalla Route 66, ci sta aspettando…